Bardane | |
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Dati militari | |
Paese servito | Impero bizantino |
Grado | Domestico delle Scholae, strategos dei Tracesiani e degli Anatolici, monostrategos dei themata anatolici |
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Bardane, soprannominato il Turco (in greco Βαρδάνης ὁ Τοῦρκος?; fl. VIII secolo), fu un generale bizantino di origine armena che tentò di ribellarsi senza successo all'imperatore Niceforo I nell'803.
Generale delle truppe dell'imperatrice Irene, aspirando al trono, si fece proclamare Imperatore dall'esercito, di cui aveva il comando.
Nonostante fosse tra i principali sostenitori dell'Imperatrice Irene di Atene e suo generale, subito dopo la deposizione di lei fu nominato dal nuovo imperatore Niceforo comandante in capo delle truppe anatoliche[1][2].
In disaccordo con l'Imperatore per le posizioni religiose di questi, marciò nel luglio dell'803 alla volta della capitale, senza tuttavia ricevere l'appoggio della popolazione. A questo punto alcuni tra i suoi sostenitori disertarono da lui, riluttanti a scontrarsi con le forze lealiste, e Bardane stesso scelse di arrendersi. Scrisse quindi al suo competitore che deponeva le armi e che andava a farsi monaco. Ottenne allora il perdono, ma qualche tempo dopo Niceforo lo fece accecare[1]. Ebbe comunque la possibilità di ritirarsi in un monastero, dove morì indossando l'abito talare.
La figlia Tecla sposò Michele II l'Amoriano, che aveva combattuto ai suoi ordini, e divenne imperatrice[3].